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Strade

Avrò avuto 14 anni. Passeggiavo con mio padre per le strade di campagna del mio paesino (900 abitanti, più o meno), avevano da poco creato una strada interpoderale prima inesistente, asfaltata e illuminata. Serviva i terreni di alcuni paesani e nulla più.

Chiesi a mio padre, nella mia ingenua ignoranza: “Ma che senso ha spendere questi soldi per fare una strada che serve solo a motozappe e trattori?”
Mi guardò con tenerezza mista a un po’ di riprovazione: “A portare il progresso”, rispose. “Ti immagini se nei secoli scorsi tutti avessero ragionato come te, ritenendo inutile un’infrastruttura? Intere zone rurali d’Italia, del mondo, sarebbero rimaste tali, non si sarebbe creato sviluppo, economia, lavoro, progresso, civiltà e cultura. Saremmo rimasti tutti dove eravamo senza la possibilità di estendere i nostri confini, ampliare i nostri orizzonti, migliorare le nostre vite”.
E’ da allora che penso che nessuna strada, in nessun luogo del mondo sia inutile. E che ogni varco aperto (ogni ponte eretto) possa essere opportunità e resti, comunque vada, progresso. E il progresso mi piace.

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