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C’era per sempre

Quando ero piccola mio padre non mi ha mai raccontato le favole. Ma mi ha sempre parlato della realtà delle cose, a volte nelle sue accezioni più stravaganti: storie che forse non avrei letto da nessuna parte, ma che succedevano davvero.

A 5 anni mi raccontò che se vuoi affermare un diritto negato devi fare sciopero, e qualche notte dopo mi trovò che dormivo senza pigiamino perché stavo scioperando per avere l’aumento della paghetta. Qualche tempo prima mi aveva detto che ognuno di noi è chiamato a fare il proprio dovere, se vuole godere di diritti: e così la paghetta me la dava solo se la domenica spolveravo la balaustrata della scala.

Qualche anno più tardi prese a spiegarmi il valore di un innesto, la teoria dei vasi comunicanti, l’importanza di non dover dipendere dalle promesse per esprimere, ad esempio, il proprio voto… E ancora più tardi, perché i pasticceri preferiscono le uova delle galline livornesi o perché una capra sviene, vittima della miotonia congenita. E solo pochi giorni fa mi ha raccontato come i topi trasportano le uova che rubano nei pollai.

Non mi ha mai “indottrinato” con la storia del principe azzurro che viene a salvarti ed è forse per questo che sono cresciuta con la consapevolezza di essere, sì, una principessa, ma che si salva da sola. Mi ha raccontato le cose che servono a farmi vivere in perfetta armonia col creato (non poteva immaginare che San Francesco avrebbe fatto il resto) e ha posto le basi perché fossi sempre attratta dalle cose curiose e stravaganti e sempre pronta a studiarle, per capire i “perché” e i “come”.
Un po’ è anche per questo che non credo alle favole che mi raccontano gli altri e perché ad un principe azzurro che se s’azzoppa il cavallo è fottuto ho sempre preferito l’autosufficienza e trovarlo da sola il sentiero in mezzo al bosco (in mancanza di valide alternative, certo). Ogni tanto mi chiedo come sarebbe andata se, invece, prima di dormire mi avesse raccontato qualche “C’era una volta”. Ma poi mi guardo allo specchio e mi dico che sarei poco credibile a calare le trecce dalla torre.

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