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The dark side of ederly

Gli anziani. Chi mi conosce lo sa: io c’ho il debole per loro.

Sono teneri. Sanno sempre stupirsi per qualcosa, ed hanno sempre una storia da raccontare, un aneddoto che li vede protagonisti di tutto lo scibile umano. Almeno di quello pre-internet. Ora che la tecnologia 2.0 (e oltre) ha velocizzato e stravolto le cose, le relazioni, l’umanamente comprensibile, loro non ci si raccapezzano più. Ma si limitano a scuotere la testa, a raccontare appunto qualche aneddoto “ex ante”, pur di non darsi per vinti, e pace.

Di norma non giudicano, di norma non condannano. Raffrontano. Confrontano e tornano a scuotere la testa. Sono indifesi. Hanno una malizia ingenua, sono portatori sani di gag e ilarità, ma anche di insegnamenti, forza, esempio, amore e vero sacrificio. E restano gli unici esseri umani realmente difendibili, benché siano la parte meno difesa di questa società “della conoscenza” che conosce (e non sempre riconosce) a malapena i propri genitori.

Deboli e indifesi, questi anziani, almeno fino a che non diventano un anello, talvolta un perno, più spesso la chiave di volta, di una fila.

E qui si scopre il lato oscuro dell’anziano.

POSTA-PENSIONI-2

L’anziano, che a ben vedere potrebbe fare della fila un passatempo per giornate spesso troppo lunghe e vuote, ne fa invece un’urgenza. Una questione di vita o di morte: ora o mai più (e sì, forse perché loro più di chiunque hanno il senso del tempo che passa e della vita che si assottiglia…). Al punto che lui non va in un ufficio, al laboratorio analisi o in farmacia e si mette in fila, no. Lui la fila la deve aprire. Deve essere la testa d’ariete di tutte le file. Il capo dei capi. E se questo lo moltiplichi per millemila anziani (l’Italia non sarà un Paese per vecchi, ma è un Paese DI vecchi), si fa presto a capire perché:

  1. Le file non scorrono
  2. È tutto sempre intasato
  3. Gli uffici non funzionano
  4. Si accumulano ritardi
  5. Si accumulano nervosismi
  6. La gente litiga
  7. Sono tutti stressati
  8. La gente si separa
  9. Il mondo è pieno di guerre

Dentro ogni fila ci sono sempre almeno 3 anziani che rivendicano un primato (peraltro interpretabile: vale chi staziona da più tempo davanti all’ufficio ancora chiuso o chi entra per primo una volta aperto? Vale l’orologio o il numeretto? E, soprattutto, al di là dalla logica: valgono le buone maniere, l’educazione, il senso civico e la cavalleria, o l’atavica ansia da prestazione dell’anziano, che è inversamente proporzionale a quella che aveva quando era giovane: fare presto, essere, appunto, il PRIMO?).

Passa ogni docilità, tenerezza, voglia di raccontare: il senso ultimo di tutta la giornata è il primato alla fila. Poi si può anche morire.

E tu che ogni giorno combatti con figlidaportareascuolaspesadafaremedicineperlasuoceratassedapagareanalisidafarecartellinodatimbrare hai perso in partenza.

Ti devi rassegnare.

Devi cedere.

Perché

nessuna tua scadenza

nessuna riunione col capo

nessun bambino con la dissenteria

nessuna suocera con la sciatica

nessun esame clinico urgente

varranno mai quanto l’Urocontrol di qualche anziano che lo deve portare a casa al massimo per le 9.30, ché poi deve sbollentare la scarola e mentre si raffredda si deve riappisolare prima che inizi Forum e sia ora di pranzo e la giornata possa dirsi conclusa lì.

(…but I love him… ❤ )

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